Tra “i cineasti dell’impossibile” c'è anche Nicolò Bongiorno

“Il cinema di montagna”, pubblicato con Profondo rosso, fa luce su una filmografia che si produce in momenti estremi e in condizioni spesso inimmaginabili non solo per chi crede che il cinema sia sempre finzione. Chi sono “i registi dell’impossibile” e cosa cercano attraverso i loro film?

Ad aprire la via è stato il regista Werner Herzog che, con i suoi capolavori “Aguirre furore di Dio” o “Fitzcarraldo”, ha dimostrato quanto il fatto di girare film fisicamente impegnativi in condizioni reali, assumendosi veri rischi, possa dare un risultato vertiginoso che gli effetti speciali non potrebbero mai offrire. Dopo avere affrontato la giungla amazzonica in questi due film diventati di culto, ha voluto confrontarsi con il mondo dell’alta montagna. I registi Fulvio Mariani e Gerhard Baur hanno collaborato con Werner Herzog per il suo “Grido di pietra”, girando le riprese più difficili da realizzare sulle pareti verticali delle montagne patagoniche, in mezzo a bufere, neve e giaccio, nei posti più pericolosi al mondo. E i film che hanno realizzato a titolo personale sono tra i più spettacolari mai realizzati come “Lhotse l’anno nero del serpente” di Fulvio Mariani o “Nanga parbat, la montagna che uccide” di Gerhard Baur. Per realizzare film di questo tipo, non basta essere ottimi registi, ma occorre anche essere grandi alpinisti, capaci di confrontarsi con condizioni realmente pericolose.
— Jean-Philippe Guigou