Cervino la Montagna del Mondo

Serata Cinema di montagna con "CERVINO" all'Institut Lumiere di Lione

Cervino, la montagna del mondo     
di Nicolò Bongiorno

Martedì 17 dicembre alle 18h45

Proiezione in presenza del produttore e regista Italiano Nicolò Bongiorno

Il Cervino fu conquistato il 14 luglio 1865 da Edward Whymper durante una drammatica ascensione che fa parte della storia dell'alpinismo. Tre giorni dopo, Jean-Antoine Carrel ha effettuato la prima salita della pista italiana. 150 anni dopo, il regista Nicolò Bongiorno si mette sulle orme di questi pionieri e dell'affascinante competizione che ebbe luogo tra loro... La spettacolare ascesa della vetta più leggendaria delle Alpi.


Un ringraziamento speciale a Filigranowa.

Nicolò Bongiorno all’Institut Lumiere a Lione

Festival del cinema di montagna di Belley in Francia

Il rispetto per la montagna, per la sua essenza e per i suoi significati, è stato uno dei temi cardine su cui spesso si sono erette le riflessioni e i documentari di Nicolò Bongiorno. Una forma di devozione in cui la premura nel posizionare il piede nel giusto anfratto e la fatica verso la vetta rappresentano non soltanto un omaggio ai panorami innevati dove l’aria diviene rarefatta, ma dei veri e propri passi verso la conoscenza del sé, dell’Ignoto e della natura che ci circonda. La città di Belley, situata nell’alta valle del Rodano nel cuore della Francia, in occasione della seconda edizione del "Festival de cinéma de montagne" ha così voluto rendere omaggio allo spirito alpinista del regista con la doppia proiezione di “Songs of the Water Spirits” e “Cervino. La montagna del mondo”. Due sale gremite di un pubblico desideroso di emozionarsi hanno quindi acclamato i film, immergendosi in un’approfondita esplorazione dell’animo di Bongiorno.

Tra “i cineasti dell’impossibile” c'è anche Nicolò Bongiorno

“Il cinema di montagna”, pubblicato con Profondo rosso, fa luce su una filmografia che si produce in momenti estremi e in condizioni spesso inimmaginabili non solo per chi crede che il cinema sia sempre finzione. Chi sono “i registi dell’impossibile” e cosa cercano attraverso i loro film?

Ad aprire la via è stato il regista Werner Herzog che, con i suoi capolavori “Aguirre furore di Dio” o “Fitzcarraldo”, ha dimostrato quanto il fatto di girare film fisicamente impegnativi in condizioni reali, assumendosi veri rischi, possa dare un risultato vertiginoso che gli effetti speciali non potrebbero mai offrire. Dopo avere affrontato la giungla amazzonica in questi due film diventati di culto, ha voluto confrontarsi con il mondo dell’alta montagna. I registi Fulvio Mariani e Gerhard Baur hanno collaborato con Werner Herzog per il suo “Grido di pietra”, girando le riprese più difficili da realizzare sulle pareti verticali delle montagne patagoniche, in mezzo a bufere, neve e giaccio, nei posti più pericolosi al mondo. E i film che hanno realizzato a titolo personale sono tra i più spettacolari mai realizzati come “Lhotse l’anno nero del serpente” di Fulvio Mariani o “Nanga parbat, la montagna che uccide” di Gerhard Baur. Per realizzare film di questo tipo, non basta essere ottimi registi, ma occorre anche essere grandi alpinisti, capaci di confrontarsi con condizioni realmente pericolose.
— Jean-Philippe Guigou

Nicolò oggi ospite di Massimiliano Ossini a UNOMATTINA per parlare di ambiente e della fiction su papà Mike

Nicolò Bongiorno, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, oggi ospite di Massimiliano Ossini a Unomattina per parlare di ambiente, uno dei temi più cari anche al grande Mike.

"Sto seguendo tante cose legate alla memoria di papà - racconta - La Rai realizzerà una fiction biografica dedicata a lui, andrà in onda nel 2024, e quindi molto presto in occasione del 100° anniversario della sua nascita ci sarà un grande film sulla sua vita".

"Cervino - la Montagna del Mondo" esce al cinema in Francia

anteprima a Chambery, e 9 ottobre uscita in Francia

Nicolò Bongiorno: "Sulla Gran Becca ho ritrovato papà"

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Il figlio di Mike, alpinista e cineasta, prepara una trilogia sull'esplorazione: "La pellicola rievoca la prima ascensione ma è anche viaggio interiore e metafora del rapporto tra me e mio padre"